Il JLPT N5 e il ritorno in università dopo 25 anni

07 dicembre 2025

Il JLPT N5 e il ritorno in università dopo 25 anni

Entrare di nuovo in un’università dopo venticinque anni è stata un’esperienza più intensa di quanto immaginassi. Domenica ho sostenuto il , l’esame di giapponese di livello base organizzato dall’Università di Bergamo, e per qualche ora mi sono ritrovato seduto in un’aula che mi ha ricordato quanto tempo fosse passato dall’ultima volta in cui aspettavo l’inizio di una prova con una matita in mano.

Eppure non c’era ansia, ma una sensazione diversa: la consapevolezza di essermi rimesso in gioco. A quarantasette anni, studiare una lingua complessa come il giapponese significa uscire dalla propria zona di comfort, accettare il ritmo lento dell’apprendimento, e ricordarsi ogni giorno che non è mai troppo tardi per ricominciare a imparare.

Crescere non ha un’età.

Il JLPT N5 non è un traguardo in sé, ma un punto di passaggio. È il risultato di mesi di studio serale, di appunti presi tra un impegno e l’altro, di esercizi ripetuti con costanza. Prepararlo mi ha ricordato quanto lo studio sia uno strumento di crescita non solo per chi è giovane, ma per chiunque desideri mantenere la mente attiva, elastica, curiosa.

Negli ultimi anni ho riscoperto il valore della formazione continua: non come obbligo professionale, ma come forma di cura personale. Imparare qualcosa di nuovo significa allenare la concentrazione, coltivare la disciplina, alimentare la soddisfazione che nasce dai piccoli progressi. È una pratica lenta, ma profondamente rigenerante.

Ancora prima di entrare in aula, in coda con un mare di ragazzi che anagraficamente potrebbero essere miei figli, mi sono reso conto che il vero risultato non era l’esame in sé, ma il percorso che mi aveva portato fin lì. Presentarsi, provare, mettersi alla prova anche quando la vita è piena e il tempo è poco: è questo che tiene viva la capacità di crescere.

Studiare a quarantasette anni non è un’eccezione. È una scelta. Una scelta che ricorda a me stesso – e forse anche a chi leggerà queste righe – che la formazione personale non ha scadenza. E che ogni volta che decidiamo di apprendere qualcosa di nuovo, facciamo un passo in avanti verso una versione migliore di noi stessi.